arredamento ecosostenibile

AAA: arredare con attenzione per l’ambiente

Sulla scia del precedente post , continuiamo a parlare di ecosostenibilità tra le pareti domestiche.

Informarsi sull’importanza di questo concetto è il primo passo da compiere, seguito dalla scelta delle aziende che lo fanno proprio e realizzano mobili che ci soddisfano non solo come clienti, ma anche come cittadini responsabili.

Illuminante, in tal senso, l’operato del brand kindof che fornisce una definizione di ecodesign molto ben dettagliata.

Quando non ci si sa destreggiare tra i vari materiali che si hanno a disposizione, arrivano in soccorso articoli come questo di Casa Naturale , che tra le opzioni contempla sì l’acciaio, come kindof, ma, attenzione, quello naturale, cioè il bambù!

Se la scelta sembra ardua e non si sa come orientarsi bene nel multiforme panorama delle aziende che sbandierano soluzioni green, MAGAdeSIGN spiega che esistono tre filoni dell’arredamento ecologico.

Basta dunque assimilarli per fare acquisti consapevoli che lascino a casa, o meglio non lascino entrare in casa, aziende che si marchiano ecologiste ma che in realtà non lo sono affatto, o non lo sono fino in fondo.

Un esempio pratico di quanto detto finora è dato dalla sedia in plastica riciclata  di Friz Hansen.

Le gambe della sedia standard sono realizzate in acciaio verniciato a polvere; per la base viene utilizzato acciaio cromato riciclato al 50%. La base della versione girevole, invece, è in alluminio lucidato riciclato al 95%. La sua superficie è facilmente lavabile e child-friendly.

Da rifiuto a risorsa: un bel salto di qualità!

Promuovere oltre allo scarto anche un materiale biologico, poi, è un’idea altrettanto vincente.

Parliamo della plastica biodegradabile.

Sono ormai diverse le plastiche che si ottengono da materiali naturali, già sul mercato. Tra i materiali più utilizzati per queste plastiche, amido di mais, barbabietola, canna da zucchero, gli esoscheletri di insetti e crostacei.

Anche le alghe figurano tra i materiali di possibile impiego, come dimostrano due creazioni, una sedia e un tavolino, della designer Nienke Hoogvliet , che ha scelto di utilizzare fibre di alga per realizzare la seduta e lo schienale della sdraio in questione, oltre a verniciare il piano del tavolino col prodotto ricavato dagli scarti dello stesso tessuto.

Porta invece la firma di Antonio Citterio per Kartell la sedia Bio Chair, frutto della ricerca su un materiale ricavato da materie prime rinnovabili.

La Kartell, d’altra parte, è un’azienda notoriamente impegnata sul piano ambientale, al pari di altri brand segnalati in questa brillante carrellata di Design Diffusion che cita, tra gli altri. Emeco, la cui iconica 111 Navy Chair [in] è stata realizzata anche, con 111 bottiglie di Coca Cola!

Siamo già sulla buona strada ma si può fare ancora molto, ma molto di più.

È l’ambiente che lo chiede.

 

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